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Camera dei Deputati — 144 — Senato della Repubblica


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re così come quello di un accorto adeguamento tattico che mimetizza una sitauzione reale di contenuto affatto diverso, ovvero l’autentico volto della Loggia P2 nella sua seconda fase: un organismo di garanzia e di controllo, articolato a più livelli di efficacia e di incisività rispetto ai processi decisionali che accompagnano l’attività politica.

Quale concreta percezione nelle forze politiche si sia avuta della esistenza di questi fenomeni così collegati — nella loro consistenza e nel loro intrinseco e reciproco significato politico — come essi abbiano interagito con i concreti processi decisionali, quali ulteriori connivenze ad ogni livello ed in ogni settore abbiano registrato per esplicare la loro funzione, questi sano argomenti per i quali non si dispone di elementi sufficienti al fine di più mature conclusioni. Il contributo che si può portare al dibattito delle forze politiche è l’affermazione non controvertibile dell’esistenza di questa struttura, legata in modo funzionale ad una situazione politica determinata e la verifica che non costituì ostacolo al suo approntamento, né fu presidio sufficiente contro il pericolo che essa rappresentava, la realizzazione dell’accordo di più ampia portata tra le forze democratiche.

Quanto sinora detto costituisce una risposta implicita ma non equivocabile al primo dei quesiti dai quali abbiamo preso le mosse, poiché non sembra possa essere ulteriormente messa in discussione la valenza politica della Loggia P2. Abbiamo infatti dimostrato in altro luogo che la storia della loggia può essere ricostruita individuando in essa una coerente logica interna; ora, sulla base delle ultime notazioni, siamo in grado di affermare che questa logica interna corrisponde a sua volta, correndo in parallelo, ad eventi esterni alla loggia: nella specie, gli eventi politici; non ne rimane che concludere che la Loggia P2 è associazione politica nella sua stessa ragione di essere.

Volendo quindi dare risposta al secondo quesito, che nasce di conseguenza, sugli obiettivi politici dell’organizzazione, non è difficile, tirando le fila del discorso, definire adesso la Loggia P2 come una associazione che non si pone il fine politico di pervenire al governo del sistema, bensì quello di esercitarne il controllo. La ragione politica ed il movente ispiratore della Loggia P2 vanno individuati, alla stregua di questo criterio, non nella conquista politicamente motivata delle sedi istituzionali dalle quali si esercita il governo della vita nazionale, ma nel controllo anonimo e surrettizio di tali sedi, attraverso!’inserimento in alcuni dei processi fondamentali dai quali l’azione di governo nasce ed attraverso i quali concretamente si dispiega.

Sotto il segno unificante di questo dato interpretativo comprendiamo come Licio Gelli possa ispirare, con pari lucidità e con identica fermezza, sia le forme di eversione violenta ed esterna al sistema proprie della prima fase, sia la più sottile ma non meno pericolosa eversione all’ordine democratico che la Loggia P2 rappresenta nel suo secondo stadio di attuazione. Le due fasi identificate altro infatti non rappresentano se non le diverse tattiche attraverso le quali attuare una medesima strategia di controllo del sistema, aggre-