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Camera dei Deputati — 151 — Senato della Repubblica


ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti



cui peso ed il cui significato possono essere apprezzati solo prendendo a metro di paragone il ruolo del ministro. Comprendiamo allora perché nel piano di rinascita venga prospettato il reinserimento dei segretari generali nei ministeri, di un istituto amministrativo cioè invalso nell’epoca liberale e poi largamente caduto in disuso, anche per la sua funzione di stabile contraltare amministrativo contrapposto dialetticamente alla provvisorietà dei titolari del dicastero. Il progetto politico piduista mira a ristabilire queste situazioni per garantirsi l’esistenza di una rete permanente ad alto livello nella quale potersi inserire ed esplicare quella funzione di controllo che, come abbiamo già detto, costituisce la chiave di volta di tutta l’operazione: una funzione di controllo messa al riparo della naturale provvisorietà che contrassegna l’evoluzione delle fasi politiche. Ci si mostra ancora una volta, nel dettaglio analitico, la lucidità di un disegno che dà pregio a quel dato di antica conoscenza sulla stabilità degli apparati e sul loro perpetuarsi attraverso diversi regimi.

La individuazione di questa filosofia dì condizionamento surrettizio delle strutture non può non indurre ad alcune considerazioni sul pericolo di un distorto rapporto tra il potere politico, che ripete la sua legittimazione dai processi elettivi, e il potere burocratico, in sé autoperpetuantesi: è attraverso le smagliature di tale sistema che possono venire a crearsi i punti di attacco per operazioni che nel loro risultato finale finiscono per porsi come fenomeni sostanzialmente eversivi. E non è chi non veda come - un rapporto tra queste due attività di governo, pur diverse per segno ed intensità, che si consumi in situazioni di traumatico impegno che la prima può esercitare sulla seconda al momento della nomina, in quella fase concentrando tutto il suo potere di primazia, può dare spazio ad una debolezza del sistema che sarebbe pernicioso sottovalutare.

Lo studio del fenomeno P2 ci ricorda che l’attività di governo consiste anche in un pedestre rinvio alla quotidianità, nella applicazione vigile allo sviluppo delle cose e degli eventi attraverso il loro apparentemente insignificante dettagli: quella che, con terminologia a torto superata, veniva chiamata l’arte del buon governo.

In questo senso possiamo affermare che la vicenda della Loggia P2 rappresenta la rivincita degli apparati poiché vale a riportare alla nostra attenzione la constatazione di indubbio rilievo politico che il funzionamento fisiologico di un sistema democratico risiede non solo nella presenza di una opinione pubblica vigile e matura, ma altresì nel corretto funzionamento delle strutture di governo, considerate anche nelle loro ramificazioni operative e nella garanzia che il potere politico assicuri, alla comunità e per conto della comunità, la loro affidabilità.

E questa una concezione che, come abbiamo accennato, denota una modernità di impostazione che sarebbe pernicioso sottovalutare, poiché una simile posizione rimarcherebbe una non corretta comprensione del rilievo che lo sviluppo tecnologico e la molteplicità di compiti che ad uno Stato moderno vengono assegnati comportano