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Camera dei Deputati — 161 — Senato della Repubblica


ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti



l’apprezzamento del loro ruolo mediatamente politico uno degli elementi di maggior interesse nel progetto politico della Loggia P2, che nella sua concreta attuazione è pervenuto a realizzare quello che il Commissario Rizzo ha stigmatizzato come un uso privato della funzione pubblica da parte di alcuni apparati dello Stato.

Il problema si è così posto al centro del dibattito conclusivo ed ha evidenziato in primo luogo un sostanziale accordo sul rilievo che in tale materia assumono le procedure inerenti alle nomine dell’alta dirigenza. Si tratta di problema non da oggi oggetto di esame e di dibattito tra le forze politiche, al quale la Commissione può portare il contributo di alcune conoscenze che le sono proprie, relative all’esperienza del tutto peculiare che ha costituito oggetto della propria indagine. Riportandoci a quanto osservato nel precedente capitolo, il dibattito in Commissione ha evidenziato il convincimento, comune a molti Commissari, che l’esatta impostazione di questa tematica chieda di esaminare il problema delle nomine alla luce di criteri che realizzino il massimo della trasparenza delle procedure attraverso le quali si concreta la discrezionalità del potere politico in questa materia. Il dibattito ha peraltro sottolineato come sia avvertita l’esigenza di un sistema di controllo politico che non si limiti alla fase preventiva, ma si estenda all’operato dei massimi dirigenti anche successivamente alla cessazione delle loro funzioni, al fine di pervenire, come ha indicato il Commissario Ruffilli, ad una responsabilizzazione più compiuta della gestione degli incarichi loro affidati. In questa prospettiva il dibattito si è centrato sui problemi inerenti all’attività di uno degli apparati il cui operato riveste connotati di maggiore delicatezza, ovvero i Servizi segreti. È questo un tema nel quale le opposte esigenze dell’autonomia dell’apparato e del controllo politico, della trasparenza e della necessaria riservatezza richiedono un discorso prudente, che rifugga da astratte prese di posizione. Il Commissario Fallucchi ha sottolineato la peculiarità di questo apparato al quale devono essere riconosciute, per sua natura, condizioni di operatività affatto speciali alle quali mal si appongono vincoli di troppo puntuale articolazione. Non è chi non veda peraltro come quello dei Servizi segreti sia campo di attività di somma importanza, poiché viene in esso coinvolto il tema preminente della sicurezza nazionale e gli aspetti di politica interna ed estera che a questo momento fondamentale della vita del Paese si collegano.

La Commissione ha esaminato il problema alla luce delle gravi emergenze risultanti dall’istruttoria e delle conclusioni alle quali si è pervenuti, prospettando due possibili direttrici di intervento. Vi è chi ha ipotizzato più puntuali procedure di controllo e di pubblicità, in ordine alle quali peraltro non si è mancato di sollevare l’obiezione già ricordata sulla natura particolare dei servizi che a questi apparati vengono affidati. Una indicazione in senso diverso è venuta dal Commissario Ruffilli, il quale ha prospettato una possibile linea alternativa a quella meramente procedurale, in una diversa considerazione dell’istituto dei reati ministeriali. Questa osservazione ci conduce a rilevare in via generale come il vero problema di fondo in materia di controllo e di funzionalità degli apparati vada indivi-