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Camera dei Deputati — 14 — Senato della Repubblica


ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti



Gran Segretario, Spartaco Mennini, erano finanziati dal Gelli per le spese di campagna elettorale, oltre che regolarmente retribuiti.

In questa cornice di rapporti, che si svolgono sotto il segno della prevaricazione e della compromissione reciproche, vanno inquadrate la carriera massonica di Licio Gelli e lo sviluppo; della Loggia Propaganda Due, l’una e l’altra strettamente connesse, poiché vedremo che non solo la presenza e l’opera di Licio Gelli nella massoneria si risolvono sostanzialmente nella sua gestione della Loggia P2, ma altresì che l’organizzazione e la consistenza di questa seguono di pari passo la storia personale del suo Venerabile Maestro e le vicende che lo vedono protagonista, al di dentro come al di fuori della istituzione. La costante relazione tra il personaggio e l’organismo a lui affidato, che viene alla fine a risolversi in una sostanziale identificazione, costituisce non solo, come vedremo, un valido strumento interpretativo ma si pone altresì come fonte di preziose considerazioni in sede conclusiva.

Il punto di partenza di questa duplice vicenda, dopo i prodromi descritti, va fissato con l'inizio della Gran Maestranza di Lino Salvini (1970), il quale, tre mesi dopo la sua elezione, delegava al Gelli «la gestione» della Loggia P2, conferendogli altresì la facoltà di iniziare nuovi iscritti. Provvedimento questo del tutto inusitato nell’istituzione massonica essendo il potere di iniziazione, a norma degli statuti, esclusivamente riservato al Gran Maestro e ai Maestri Venerabili, o in caso di loro impedimento, a chi già aveva ricoperto tali cariche. Nel settembre dell’anno successivo il Salvini provvedeva quindi a nominare Licio Gelli «segretario organizzativo della Loggia P2» incaricandolo di «voler predisporre uno studio per la ristrutturazione della stessa»; ed a tal proposito è interessante rilevare che, pochi mesi dopo (19 novembre 1971), Salvini si esprime, in una lettera a Gelli, nei termini seguenti: «prima che le cose entrino in funzione, avremo un faticoso lavoro di assestamento per i residui della passata gestione».

I dati esposti si prestano ad alcune osservazioni di rilievo non secondario. È d’uopo innanzi tutto osservare che la carica di segretario organizzativo non è compresa in alcun modo tra quelle componenti il «Consiglio delle luci» (dirigenti della loggia) ed è appositamente escogitata da Salvini per attribuire un incarico fiduciario e personale a Lido Gelli nell’ambito dell’organismo che, da quel momento, assume connotati di spiccata personalizzazione anche nella denominazione, che diviene quella di «Raggruppamento Gelli - P2».

Assistiamo, in buona sostanza, con le iniziative esposte al concreto inserimento di Gelli nella Loggia P2; ed è interessante notare come esso si accompagni ad una prima ristrutturazione dell’organizzazione, realizzata al di fuori dell’ortodossia statutaria. È questo il primo esempio concreto, secondo il rilievo esposto in premessa, del peculiare incardinamento di Licio Gelli nella Loggia Propaganda e della circostanza che esso si accompagna immediatamente ad un intervento che incide non marginalmente nelle strutture e nella natura stessa della Loggia.