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Camera dei Deputati — 40 — Senato della Repubblica


ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti



dell’attendibilità degli elenchi si risolve nel più ridotto problema della loro puntuale attendibilità, e a tal fine possiamo in primo luogo sottolineare che esistono non pochi elementi o indizi di prova che militano a favore della ipotesi di un’incompletezza delle liste che, pertanto, non comprenderebbero nomi di altre persone, oltre quelle elencate, pur ugualmente affiliate alla Loggia. Gli argomenti in proposito possono essere elencati secondo l’ordine seguente:

1) l’intervista rilasciata da Gelli al settimanale L’Espresso del lO luglio 1976 secondo la quale l’organico della Loggia ammontava all’epoca a ben duemilaquattrocento (2.400) unità1;

2) l’audizione del dignitario massonico Vincenzo Valenza (27 settembre 1983), il quale, sulla base di dati desunti dalla numerazione degli iscritti, afferma recisamente che la lista è veritiera ma incompleta;

3) le risultanze, testimoniali e non, riferentesi a persone formalmente non iscritte negli elenchi, ma indicate come appartenenti alla P2: è il caso del generale Mino, defunto comandante generale dell’Arma dei carabinieri2;

4) la lettera del 20 marzo 1979 già citata nel I capitolo indirizzata da Gelli al Gran Maestro Ennio Battelli che, confermando precedenti intese intercorse con il predecessore Lino Salvini, dichiara che i nominativi di otto persone «al VERTICE del RSAA»3 (Cicutto, De Megni, Gamberini, Motti, Salvini, Sciubba, Stievano, Tomaseo) non sarebbero apparsi nel piè di lista della P2 pur facendovi parte: tali nominativi non risultano invece nell’elenco di Castiglion Fibocchi;

5) la raccomandata inviata dal generale Battelli alla scadenza del suo mandato nella quale alcune centinaia di fratelli alla memoria venivano invitati a decidere sulla loro destinazione (due dei nominativi in questione risultano essere iscritti alla Loggia P2)

6) la lettera inviata da Licio Gelli al capogruppo Bruno Mosconi con la quale, alla richiesta di istruzioni in ordine alla nuova Gran Maestranza del generale Battelli, il Venerabile della Loggia così si esprimeva: «Per quanto riguarda il Gruppo, come ti accennai ad Incisa, l’esame dello schedario centrale non è ancora terminato e, inoltre, se non trovi alcuni degli elementi da te segnalati, è per motivi che ti spiegherò al nostro prossimo incontro durante il quale ti indicherò anche le ragioni per cui ti sono stati affidati alcuni elementi che non erano stati segnalati da te.

  1. L’affermazione non manca di provocare richieste di delucidazione in sede di Giunta esecutiva del Grande Oriente. Dal verbale, acquisito dalla Commissione, risulta che il Salvini ed il Mennini affermarono che il testo da loro visionato era diverso da quello pubblicato; assicurarono inoltre che il «fratello» Gelli, per l’inesattezza del testo pubblicato, aveva sporto querela contro il settimanale. Da riscontri effettuati presso il Tribunale risulta per contro che tale querela non venne mai presentata.
  2. Vedi pago 80.
  3. Vedi pago 23.