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Camera dei Deputati — 45 — Senato della Repubblica


ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti



acquisendo le schede di tutti gli iscritti alle comunioni di Palazzo Giustiniani e di Piazza del Gesù. La conoscenza dei dati sia globali sia analitici che ne è seguita non consente peraltro di risolvere in via definitiva il complesso problema, i cui termini vanno chiariti adeguatamente sulla scorta della ricostruzione effettuata nel capitolo precedente.

Si è dovuto infatti constatare che in entrambe le organizzazioni non esiste una forma di tenuta dei registri degli iscritti tale da consentire di affermare con certezza se una persona data sia o meno appartenente a quelle comunioni. Centrando il discorso sulla famiglia di Palazzo Giustiniani (ma in termini del tutto analoghi esso vale per la famiglia di Piazza del Gesù) si è riscontrato che gli iscritti venivano nominativamente classificati in appositi schedari con schede mobili non numerate in ordine progressivo, né secondo altro criterio che garantisse la non alterabilità del metodo adottato. Ad un successivo livello di analisi e sulla scorta di informazioni pervenute in possesso della Commissione si è appurato che agli affiliati viene attribuito al momento dell’iscrizione un numero progressivo che distingue il brevetto massonico consegnato singolarmente ad ogni iscritto. E questo l’unico documento,’ al di là anche della tessera di appartenenza, che attribuisce la qualifica di massone e che come tale viene internazionalmente riconosciuto. La Commissione avendo avuto notizia dell’esistenza di registri contenenti le varie progressioni dei numeri di brevetto, la cui esistenza è anche logicamente deducibile, ha provveduto ad una seconda ispezione che ha dato risultati non apprezzabili perché, non solo dei registri in parola è stata negata l’esistenza,. ma in loro sostituzione sono stati esibiti dei bollettari relativi ad alcuni anni recenti, in serie non completa perché alcuni risultavano mancanti ed in loro vece era inserita la notazione: «consegnati alla Loggia P2».

Dalla narrativa di questi fatti emerge l’impossibilità concreta di stabilire con certezza, ai fini della nostra indagine, la consistenza della comunione massonica di Palazzo Giustiniani, nonché di avere dati certi sulle affiliazioni massoniche di molti iscritti alla Loggia P2, perché non è stata trovata in possesso di tali organizzazioni nessuna forma di documentazione certa, sulla tipologia del registro dei soci nelle società commerciali.

Al fine di mettere ordine nella materia la Commissione ritiene di osservare quanto segue.

Premesso che comunque i fratelli coperti affiliati «sul filo della spada» non venivano inseriti nei registri ordinari degli affiliati si può comunque identificare un primo consistente gruppo di iscritti (175) alla Loggia P2 per i quali siamo in possesso di dati che confermano l’iscrizione alla massoneria, al di là delle dichiarazioni degli interessati. Per i restanti nominativi non si è in grado di confermare se l’affiliazione alla Loggia P2 avvenne direttamente presso Gelli, con eventuale successiva trasmissione dei dati al Grande Oriente, o in alternativa si trattò di affiliazioni alla comunione trasmesse poi alla Loggia P2.