Pagina:Relazione delli scavi fatti in Luni.djvu/23

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tracciata. Risolsi di sospendere quel cominciato lavoro per quindi riprenderlo, e tener dietro al condotto, che mi sembrava diverso da quei tanti altri di sovente in Luni rinvenuti, essendo questo assai più grande, e portando nei suoi tubi dei marchi non mai veduti per lo innanzi: erano questi marchi assai ben rilevati, e presentavano lancie, freccie, clepsydre, tridenti. Scoperti che furono cinque circa metri di tale condotto, lo trovammo rotto, e schiantato, come lo era pure nel suo principio. Feci allora deporre sul campo quei tubi, e procurai quindi che venisse abbassato ancora sotto a quel piombo lo scavo: m’avvidi però che un tale lavoro non persuadeva di troppo quei miei cavatori e finalmente uno di questi, porgendomi ad osservare la qualità della terra ch’estraevano, parea volesse persuadermi essere noi giunti al così detto terreno vergine, e quindi superfluo il continuare quel lavoro. Per quanta buona stima io m’avessi di quei bravi e pratici lavoratori, non credetti dovere annuire di subito alle loro parole, poichè esaminata un pò attentamente quella terra, io vi scorgeva qualche leggiero segno di reniccio frammisto, nè mi era ingannato; poichè fatto continuare l’abbassamento dello scavo, trovammo ben tosto uno strato di rena quasi pura; discesi allora in quella fossa, e fatto togliere quello strato, che fu di circa un 20 cent., ebbi il piacere di primo scoprire altro condotto, assai più grande di quello soprastante; feci tenere dietro a questo il lavoro, e per quanto, in certi punti ci si presentasse più profondo, in altri meno, tuttavia, non divergendo dallo scavo di già