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4 IL PALIO DI SIENA


ma sopra tutto questo, che basterebbe già a farla celebre, sta il Palio delle sue diciassette Contrade, lieto avanzo di un tempo lontano lontano, in cui gli avi, per mantener vivo lo spirito marziale anco nel tempo della pace, si dilettavano allo spettacolo di gare di gagliardìa, nelle quali l’animo ed il braccio dei giovani si tempravano alle prove più ardue e spesso feroci in pro’ della patria.

È mai possibile che esista in questo mondo qualcuno che non conosca, magari di saluto, il Palio di Siena?

Io dico di no a occhi chiusi, perchè se vi fosse un essere tanto infelice, lo consiglierei a dare le dimissioni da uomo vivente e civile.

Si può ignorare, che so, la storia della costola di Adamo, da cui venne fuori quel rompicollo di Eva, ma non è permesso, senza valer meno di una ghiarabaldana, che ne danno ventimila per un pelo d’asino, ignorare che in Siena, ogni anno, il 2 luglio ed il 16 agosto, si fa una corsa tutta spe-


tichi chiamavano il tempo edax (disfcrnttore di tutto), per la stessa ragione i senesi chiamassero Mangia quella stataa che simboleggiava il tempo. Ma pih probabilmente quel nome le derivò da un uomo che faceva presso a poco l’ufficio dell’automa, innanzi che questo fosse collocato sulla torre. Quando in Siena non erano ancora stati introdotti gli orologi per comodo del pubblico, in determinate ore si fa<;evano suonare alcune campane per avvisare i cittadini delle varie parti della giornata. A capo degli uomini destinati a quest’ufficio stette per molti anni un tal Giovanni Ducei soprannominato Mangiaguadagni e piti semplicemente Mangia. (Miscellanea storica senese: — Anno I.». 2.)