Pagina:Ricerche sopra l'aritmetica degli antichi.djvu/13

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col titolo: Incipit liber Abaci compositus a Leonardo filio Bonacci Pisano anno 1202, descritto dal Dott. Gio. Targioni Tozzetti, che pretende anch’ egli aver gli Arabi tolto il modo di contare dai Greci de’ secoli bassi (Relaz. d’alcuni viaggi, ed. 2. t. 2., pag 58, ec. V. Tiraboschi l. c. t. 4, l. 2, c. 2, §. 10). Certamente Leonardo è da riporre fra gli scrittori più antichi dell’aritmetica moderna: ma il suo trattato rimase nell’ oscurità per lungo tempo; e fu Giovanni di Sacro Bosco, che primo si valse di tali cifre nell’ opera de Sphaera, pubblicata in Parigi verso la metà del Secolo XIII (Andres l. c.).

Ora per tornare donde partimmo, non solo ai Romani furono esse ignote, ma si è fin dubitato, se conoscessero la progression per decine. Sembra che ne’ primi secoli la scienza de’ numeri facesse fra loro così deboli avanzamenti, come il fecero le altre discipline. Di fatto vediamo fino nell’ anno di Roma 392 praticata la ceremonia di figgere un chiodo al destro lato del tempio di Giove, qual segno del numero degli anni, perché rare a quel tempo erano le lettere, come Livio ne accenna (7, 3). Da ciò venne che ad indicare i numeri notassero da prima tante unità con altrettante virgole o segni I, come pel quattro segnassero IIII, pel cinque IIIII, e così di seguito; a’ quali poi ne sostituirono altri diversi, come additeremo qui appresso (V. Valer. Preb. de not. numeror.). Di più, credono alcuni che i Romani antichi non sapessero contare oltre il numero centomila (V. Alex. ab Alexandro gen. dier. 2, 25). Quanto poi alla tavoletta, ch’ essi chiamavan Abaco, descritta dal Pignorio (de Servis), dove per mezzo di chiovelli condotti per certe scanalature facevano alcune aritmetiche operazioni, e quanto all’uso di contar colle dita, riferito, come si è detto, dal Ven. Beda, furono instituzioni posteriormente immaginate per ammaestrare i fanciulli, e per soccorrere agl’individui meno esperti, anzichè per essere di grande e d’universale giovamento. Ma riguardata l’Aritmetica in genere, dobbiamo giudicare che in origine i Romani traessero dalla Grecia il costume di se-