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Pur la vita mi è cara, e nuova attingo
Virtù dal pianto. Dal mio pianto io miro
Sorger come una dolce iri di pace,
E crescer fra le mie lacrime il fiore
D’una cara speranza. Oh! tu che sai
Tutta l’anima mia, tu che sol vivi
De la promessa del mio cor, lontana
Gioia e sol’aura che il mio cor respira,
Tu quel fior con le pure aure alimenta
De la tua fedeltà! Forse, o ch’io sogno
Non concesse dolcezze, al nostro amplesso
Presiederà quella serena e pia
Divinità che da gran tempo invoco
A la sorda fortuna, ed ove indegne
Fian l’alme nostre del divin suo riso.
La pace mia la chiederò a la morte!
Fine.