Pagina:Ricordanze (Rapisardi).djvu/48

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     Quindi sorgo, o tergendo
In schietta onda la faccia,
45Schiudo i vetri custodi, e anch’io cantando
Il nuovo aprile e il fresco aer saluto.
Ma se da tanta immagine di cielo,
Ove cerco di mia vita la luce,
Pallido segatore, a te mi giro,
50Di repentino gelo
Pensierosa tristezza il sen mi vince,
E ne l’intimo cor gemo e sospiro:

     Quale colpa o fortuna
A sì diverso fato obliga e preme
55Nostra dolente umanità raminga,
Ch’altri scarno e cencioso
Sul duro solco si travagli e sudi,
E altri, d’ozio fastoso
E d’opulenza e di splendor si cinga?