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10Allor che attinto il disïato lare,
Ti ridurrai ne la gelosa stanza
A rïandar le care
Tue gioie di fanciulla
E la dorata culla culla
15E gli amplessi materni e la speranza
Che fida il cor t’inonda,
Rondine vagabonda
Io diventar vorrei,
E sotto a la tua gronda
20Il nido appenderei.
Quando ne le tacenti
Rigide notti un timoroso affetto,
Come a trepida lampa aura che fugge
Ad agitar ti vien l’anima in petto,
25E tutta päurosa
Ne le custodi coltrici ti stringi,