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Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/15

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soverchia tentatrice, per un imperatore in esilio. La casa consiste in un corpo centrale a due piani, con quattro finestre, e tetto a foggia di terrazzo, con due piccole ale ai fianchi, di altezza alquanto minore. Si ha da queste accesso alla casa, non esistendo porta nel corpo centrale. Il piccolo giardino nel quale Napoleone soleva passeggiare il mattino e la sera, è cinto da un muro. Alcune piante di aranci, pochi fiori, due busti di marmo verde, formano tutta la ricchezza del giardino imperiale dell’isola d’Elba. Napoleone stesso prese pensiero di formarlo, e vi fece piantare alcune acacie. Trovai molto caratteristica la presenza in questo giardino di cannoni, imperocchè essendo desso dipendenza del forte della Stella, serve contemporaneamente a difesa; e fuori di dubbio i cannoni vi stavano già fin dai tempi dell’imperatore fra mezzo ai fiori, ed erano quelli probabilmente le piante predilette dall’imperatore, il quale vi avrà prestata maggiore attenzione che non alle rose, od ai fiori di arancio. È facile rappresentarselo intento a passeggiare pensieroso nel piccolo giardino, o seduto taciturno sopra un mortaio, formando progetti, o stendendo lo sguardo indagatore sul mare, verso le coste d’Italia che sono visibili all’orizzonte, ricercando il continente teatro della sua gloria, il quale gli ricorda le sue gesta, gli rimprovera la sua inazione, e lo punge di continuo, gridandogli «Cesare, tu dormi!»

Confessiamo però che l’imagine di Napoleone all’isola d’Elba non ci commuove poi gran fatto; la forza d’animo di un uomo il quale lotta contro tutto il mondo, contro l’avversità è sempre degna di ammirazione, ma non ispira vera simpatia se non allorquando si propone uno scopo grande, nobile, degno della storia, e non ha di mira unicamente un fine tutto personale, non scevro di egoismo. La storia aveva posto Napoleone in disparte; allorquando uscì dall’isola d’Elba comparve quasi uomo che nulla aveva a fare più col mondo a cui era diventato estraneo; la sua lotta fu grandiosa, quale doveva essere la lotta di un uomo solo contro tutti; dopo scom-