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Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/236

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saico, di marmo bianco inquadrati da una fascia nera, come pure sono tuttora visibilissime le scale, le quali portavano ai piani superiori.

Pare che la villa avesse parecchi piani, l’inferiore è tuttora sopolto sotto il suolo. Nel piano superiore si può tuttora riconoscere la distribuzione delle stanze, e dal lato verso il mare, la pianta di un semicircolo probabilmente di un teatro. In altro punto, nicchie, e mura circolari, accennano ad un tempio. Questa villa riuniva in sè tutto quanto apparteneva allo splendore della vita principesca, ed essendo stata così a lungo la sede della corte imperiale, doveva, prima che Nerone ed Adriano innalzassero i loro sontuosi palagi, sopravvanzare in bellezza tutta le altre ville di Roma. Doveva pure contribuire a farla tale la bellezza incomparabile della posizione sul mare, colla vista de’ due golfi. Da questo punto Tiberio dominava l’isola tutta quanta quasi un avvoltoio; vedeva pure le navi che traversavano il golfo, provenienti dalle Eladi, dall’Asia, dall’Africa, o che giungevano da Roma. Più bello però doveva essere la vista dal mare, veleggiando fra Capri ed il Capo di Minerva, contemplando nell’isola i palazzi marmorei, il faro, ed i tempi, imperocchè in cima di ogni vetta Tiberio aveva innalzata una torre od un tempio, fra quali, quelli rinomati di Minerva, delle Sirene, e di Eracleo.

Stetti lunghe ore seduto sulle rovine, cercando rappresentarmi l’antica Capri; e doveva pure essere questa stupenda, con ogni sua sommità, coronata da un tempio, con i suoi portici, teatri, ville, e strade popolate di tutto quel mondo romano, dalla corte di Cesare, da senatori, da legati di tutte le parti del mondo, dalle più belle donne dell’Ionia, dalle Etari seducenti dall’Asia, da squadre scapigliate di baccanti, da ninfe, da dee, da tutto un popolo di figure mitologiche. Imperocchè qui regnava Bacco, e la sua corte erano baccanti e satiri. Il lungo soggiorno di Tiberio a Capri non fu che una satira dell’uman genere, e probabilmente la più terribile che abbia mai avuto lungo.

La si può indovinare contemplando i tratti del principale