Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/278

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tura di que’ tempi. La lapide è quadrata, dell’altezza e della larghezza di circa un piede, lavorata nello stile dal medio evo, come se ne possono rinvenire altre qua e là. Rappresenta un vaso collocato sopra una specie di rozzo basamento, o piedistallo; due animali orecchiuti si sono arrampicati sul basamento per bere nel vaso ai due lati di questo. La loro forma è cotante barocca e primitiva, che io non mi arrischierei a pronunciare se siano lupi, capre, volpi, o cani, o quale altra specie mai di bestie. Sul dorso di uno di essi, si scorge un uccello che pianta in quello il becco. Il tutto è attorniato da rozzi rabeschi. Questa scultura, probabilmente di scalpello romano, è preziosa per la sua grande antichità; ed inoltre perchè sul corpo di uno degli animali, si legge una antica iscrizione la quale accenna che Benedetto VII, dopo avere desso costruita la chiesa del convento, la consacrava il 4 dicembre 931.

edificatio uius eccle sce scolastice tempore
domni benedicti vii pp. ab. ipso ppa dedicata
q. d. s. an ab incarnatione dni ccccccccclxxxi
m. decb. d. iiii. indictione viii.

Sopra il basso rilievo esiste pure un’altra iscrizione tutta rovinata, che non mi fu possibile dicifrare neanco in parte, e di fronte, presso la porta della chiesa, trovasi l’iscrizione del tempo di Leone IX della quale ho fatta di già menzione.

La chiesa poi, quella che in origine era stata consacrata da Benedetto VII, è ora moderna, e nulla porge meritevole di osservazione. A dritta di questa si entra nella vera corte del monastero, di forma rettangolare, con una fontana nel mezzo a piccole colonne, e con archi tondi, quali si possono vedere in parecchi conventi di Roma, lavoro questo del principio del secolo XIII e ricordo del possente abate Lando, non che della rinomata famiglia di artisti romani i Cosmati. Si leggono sulla fronte i seguenti esametri.