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Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/295

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dalla Porta Maggiore, dalla quale partivano le due vie labicana, e prenestina. Di queste rimane solo la via labicana, ampia strada la quale nel medio evo sboccava al disotto di Anagni nella via latina, ed attraversando la valle del Sacco, (Trerus) proseguiva al di la del fiume Liri, che varcava presso Ceprano (l’antica Fregella). Nell’uscire oggidì da quella rispettabile porta di Roma, si gode di un nuovo spettacolo; imperocchè ivi sorge la stazione provvisoria della prima strada ferrata aperta negli stati della Chiesa, quella che porta a Napoli. Le sue costruzioni molto modeste fanno una meschina comparsa, addossate agli archi giganteschi dello antico acquedotto di Claudio. Si direbbe che l’invenzione la più recente della civiltà moderna abbia timore di prodursi accanto a quelle rovine dell’antica Roma, benchè di tanto quella sia per genio a questa superiore, in guisa che al suo cospetto Plinio, Traiano, Marco Aurelio, proverebbero stupore uguale a quello del pastore del Lazio, il quale vede per la prima volta passare correndo una locomotiva col suo pennacchio di fumo. Ed eccettuata la strada ferrata più amena del mondo; quella che da Napoli porta a Pompei; non havvene altra che porga un contrasto della civiltà di due epoche, quanto questa prima strada ferrata di Roma, la quale corre lungo gli archi muschiosi dell’Acqua Claudia, e nella malinconica campagna, fra le antiche tombe romane, e le torri solitarie del medio evo.

A tre miglia di Roma s’incontra Torre Pignatara, tomba di Elena madre di Costantino; a sei miglia il ponte sul rivo Marrana (Acqua Crabra), quindi Torre Nuova castello e possessione del principe Borghese, con pini maestosi dove gli archeologi si compiacciono collocare Popinia villa di Attilio Regolo, soddisfazione che punto non intendiamo di togliere loro, ma che ci permetteremo unicamente di accogliere con un sorriso. Laco Regillo per contro, è veramente l’antico Lacus Regillus, e l’ombra di Tarquinio compare a confermarne la verità. Il lago oggi non ha punto acqua, ed il cratere vulcanico si trova all’asciutto;