Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/298

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nemico dei Colonna, tolse loro quella città colla forza, o quanto meno i cardinali di quella famiglia, Jacopo, Pietro, ed i loro congiunti, i quali vi erano rinchiusi, si arresero prima che fosse dato l’assalto; ed il Papa ne fece atterrare le mura, e tutti gli edifici, ad eccezione della cattedrale di S. Agapito, seminando il sale e facendo lavorare l’aratro sopra le rovine. Palestrina non ostante, non tardò a risorgere; se non che unicamente per essere distrutta una seconda volta, la qual cosa accade nel 1436 allorquando il patriarca Vitelleschi, venuto in guerra con i Colonnesi, s’impadronì della infelice città, e l’atterrò tutta quanta, senza eccettuare neppure la cattedrale, e due anni dopo venne atterrata pure la rocca, la quale sorgeva in cima della collina.

Non farò menzione delle devastazioni ulteriori, alle quali andò soggetta Palestrina. La città, quale ora si trova, non risale oltre la metà del secolo XV. Continuò a stare sotto la dominazione dei Colonna, i quali avevano in Pagliano la loro sede principale, e che anzi ottennero nel 1571 da Pio V il titolo di principi di Palestrina, finchè nel 1630, oberati dai debiti furono costretti ad alienare la città per la somma di settecento settantacinque mila scudi romani, a Carlo Barberini fratello di Urbano VIII. L’ultimo Colonna, signore di Palestrina, si fu Francesco morto nel 1636.

La città odierna sorge a foggia di terrazzo sul pendio del monte, ed è di aspetto cupo, anche nella strada principale abbastanza lunga, e dove sono parecchie case signorili. Sorge sul punto il più elevato il palazzo Barberini, nobile e grandioso edificio nello stile del secolo XVII, oggi interamente disabitato e deserto, il quale nella sua forma semicircolare sembra ricordare la pianta dell’antico tempio della Fortuna di Silla, sull’area del quale venne eretto. In quel palazzo baronale, che risale al periodo di maggior lusso della vita romana moderna; in quella quantità di sale, di stanze, di logge, non si trova più altra cosa meritevole di osservazione, se non il grande