Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/301

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tico monastero; come finalmente avesse atterrati e distrutti tutti i palazzi e le case del paese, in numero di circa duecento.» Intanto il famoso Stefano Colonna faceva rialzare la rocca e la città, e si può leggere ancora oggidì sulla porta della rocca rovinata, e sotto lo stemma dei Colonna, la seguente iscrizione:

magnificus dnus stefan de colummna redificavit
civitatem penestre cu monte et arce
anno mcccxxxii.

Preneste fu d’altronde una della località più antiche del Lazio, e pare sia stata la stanza attribuita al favoloso re Cecolo, il cui nome sembra trasformazione di quell’altro antico re Cecolo di Agrigento, noto per il mito di Dedalo. La vista da questo punto sui monti della Sabina, i quali sorgono intorno severi e maestosi, è grandiosa ed imponente.

Non mi arrischierò a portare il mio lettore fra le rovine di Preneste, disseminate più abbasso nelle vigne della città odierna, dove formano quasi un labirinto di volte, e di stanze, promettendo ancora notevoli scoperte agli antiquari; tali escursioni sono faticose, ed in generale di poco profitto.

Palestrina del resto ha due buoni storici locali, Cecconi e Petrini, le cui memorie Prenestine sono di molto pregio per la storia del medio evo romano, e della campagna di Roma.

Al disotto della città, la strada prosegue in una bella gola di monti, popolata di stupendi castagneti, corre in fondo un torrente, ed i monti che sorgono sulle due sponde di questo, circoscrivono in ristretto spazio l’orizzonte. Dopo tre miglia la strada si apre tutto ad un tratto sopra un ponte grandioso e pittorico, il quale varca uno degli affluenti del Sacco, e si presenta in cima ad una collina nera, il cupo e bizzarro paese di Cave, attorniato di vigneti e di giardini, dal quale lo sguardo può spaziare