Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/444

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rici come progredirono di poi, opera del resto informata di spirito illiberale ed ingiusta, siccome quella la quale venne scritta durante il periodo più ardente della reazione cattolica contro la riforma. Dagli oratori suoi concittadini Baronio non tolse nè il sale attico, nè la squisitezza di urbanità, nè lo spirito di discussione filosofica, nè la purezza della lingua. Si può dire unicamente che non gli difettasse una certa abbondanza Ciceroniana, ed una certa grandiosità la quale compare tanto maggiore, dacchè furono di tanto inferiori le opere di Laderchi e di Rainaldo suoi continuatori. Desso aveva fatto i suoi primi studi in Veroli, poscia a Napoli; ed in Roma era stato discepolo assiduo di quel santo abbastanza originale che fu S. Filippo Neri, e visse qual monaco nell’oratorio fondato da questi in S. Maria della Vallicella. Fu cardinale, e dopo la morte di Clemente VII, Aldobrandini, poco mancò non ottenesse la tiara, ma desso, che punto non era ambizioso, lo volle collocare in capo a Leone XI de’ Medici amico suo, e morì due anni dopo il 30 giugno 1607. Venne sepolto in quella chiesa dei padri dell’Oratorio in Roma. Rimarrà sempre una gloria della storia ecclesiastica, e la sua potenza di lavoro sarà sempre meritevole di ammirazione.

Devo ora pregare il mio lettore di gettare ancora uno sguardo su quell’altura di dove abbiamo prese le mosse, e dove si scorge tuttora Veroli. Chi non conosce, o non ha quanto meno udito parlare di un’opera italiana intitolata «Del beneficio di Cristo?» pubblicata nel 1542 in Venezia in grande quantità di copie, diffusa per moltiplici traduzioni, era, dopo trent’anni appena, diventata irreperibile, tante mani si erano affaticate a farne ricerca ed a consegnarla alle fiamme. Udimmo, son pochi anni, che inaspettatamente se n’era scoperto un esemplare in una biblioteca di Cambridge, e venne di poi ristampato in Inghilterra, in Germania, in Italia. Aonio Paleario di Veroli fu l’autore di quel piccolo libro, ed io voglio porlo a fronte di Baronio suo contemporaneo e quasi suo concittadino, essendo nati a due ore di distanza l’uno dal-