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di quelle caverne. Dessi sorrisero, e rifacemmo la strada percorsa; nell’uscire però ebbi campo a persuadermi che i miei due Ciceroni erano tuttora vivi, perchè mi ringraziarono di cuore della moneta che loro diedi, perchè potessero andare a bere alla mia salute.

Non havvi modo migliore per riconciliarsi colla idea della morte, uscendo dalle Catacombe dl Napoli, che recarsi a visitare il nuovo Camposanto di quella città. Dicono sia il più bello di Europa, ed io non ho difficoltà a crederlo, imperocchè la sua posizione è stupenda, ed i monumenti che vi sorgono, quasi in un ameno giardino, ricreano davvero la vista. Trovasi collocato al di sotto di Poggio reale, sopra una piccola collina, la quale domina la strada di Nola, e dalla quale si gode il panorama magnifico della città, del golfo, della riviera di Sorrento, del Vesuvio e della ricca vegetazione che si stende ai piedi di questo. Tutta quasi la collinetta è ricoperta di monumenti, i quali hanno per la maggior parte la forma di tempietti, sostenuti da colonne. Sonvene in certi punti in tale quantità, che formano quasi strade, e nel camminare per esse si può avere un’idea in piccolo, di quello che fosse la via Appia ai tempi antichi. Altri monumenti sorgono isolati, altri in gruppi, che formano tante piccole necropoli. In cima alla collina sorgono un porticato a colonne, ed una chiesa di discreta dimensione, dove si celebrano le messe per i morti. Per la maggior parte quei tempietti appartengono alle confraternite della città, e queste istituzioni benefiche, che senza distinzione di classi sociali, hanno scopo non solo di dar sepoltura ai morti, ma eziandio di soccorrere i poveri, e di prestare assistenza agli ammalati, sono in numero di ben cento settanta quattro, ed i nomi di esse si leggono sui frontispizi di alcuni monumenti. Altri di questi sono tombe di famiglie, e nei piccoli tempi havvi spazio per una cappella, chiusa da una inferriata, e si vedono in questa od un piccolo altare, od una statua della Madonna, od una lampada eterna e talora pure le imagini, od i busti dei morti.