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ricchi donativi al tempio di Gerusalemme, e vi fece offrire un sacrificio; e che portava rispetto al sabbato, a segno di aver ordinato che non si facessero agli Ebrei le distribuzioni di grano in quel giorno, ma bensì nel giorno seguente, siccome quelli che nel giorno di sabbato non potevano nè dare, nè ricevere danaro, o donativi qualsiasi.

Si sa che Filone fu mandato nell’anno 40 dell’era cristiana alla testa di un ambasciata spedita dagli Ebrei domiciliati in Alessandria all’imperatore Cajo (Caligola) per lagnarsi dei mali tratti, e dei soprusi che gli Alessandrini usavano ai molti Ebrei, i quali per ragion di traffico avevano presa stanza in quella grande città commerciale. Desso narra come Caligola abbia ricevuti i legati ebrei in una sua villa, dove correva come una pazza dell’una all’altra camera, dando ordini ora di nuove costruzioni, ora per far disporre e collocare antiche imagini, mentre gli Ebrei lo seguivano di continuo dall’una all’altra stanza, fra le risa di tutti i presenti. Lo stesso imperatore domandò loro scherzando, perchè non mangiassero carne porcina. «Le persone che ci fischiavano, dice Filone, e quelle che altrimenti c’irridevano facevano mai tanto chiasso, che sarebbesi detto fossimo in un teatro.» Abbiamo pertanto fin da quei tempi un esempio di quelle scene che si viddero poi in Roma nel medio evo, e perfino ai tempi nostri, quando gli Ebrei stavano schierati, sul Monte Giardino ovvero presso l’Arco di Tito, per prestarvi omaggio al Papa nuovamente eletto, esposti ai fischi dei monelli di strada ed alle grasse risa del popolaccio.

Caligola aveva una ragione tutta sua particolare per essere irritato contro gli Ebrei. Desso si era fitto in capo di farsi innalzare quale Iddio una statua colossale, nientemeno che nel santuario del tempio di Gerusalemme, dacchè aveva saputo essere gli Ebrei l’unica nazione della terra, la quale si rifiutasse a tributargli onori divini. Aveva dato ordine a Petronio governatore della Fenicia di far preparare e collocare a posto la statua. Allora, giusta quanto narrano tanto Filone quanto Gioseffo, tutta intera la Giu-