Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/549

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pure quale sorgente inesauribile di vasi preziosissimi sia stato Nola; i più belli di quanti stanno nel museo borbonico furono scoperti, ivi in Ruvo, ed il S. Agata dei Goti; e chiunque li abbia visti, non può per certo aver dimenticato quel vaso grandioso di Nola che rappresenta in una composizione ricca di figure la distruzione di Troia. Convien pure ricordare l’invenzione delle campane di cui mena vanto questa città, e non convien neppure dimenticare S. Paolino suo primo vescovo, buon poeta e dotto padre della Chiesa, il quale fa molto onore a Nola.

Saverio de Rinaldis, lo cantò in un poema epico latino, ad imitazione di Virgilio, il quale ha per titolo la Paolineide. Lo acquistai un giorno nel porto di Napoli, dove lo vidi sur un muricciuolo; ma sebbene m’ispirasse curiosità quanto avevo udito intorno alla stupenda festa del santo, non mi bastò però il coraggio di leggere tutto quanto quel lungo poema. Non sarà però fuori di proposito accennare qui, che il santo nacque nell’anno 351 nella attuale Guascogna, dove suo padre, prefetto delle Gallie, era tuttora gentile, ed aveva educato suo figliuolo al Paganesimo. Se non che, convertitosi Paolino al Cristianesimo in Bordeaux non tardò a diventare zelantissimo della sua novella religione. Ottenuto il consolato, venne mandato ad amministrare la provincia della Campania, ed ivi trasferì la sua stanza dal capoluogo di Capua a Nola, per l’unica ragione che trovavasi in questa sepolto il santo vescovo Felice, e che i molti miracoli da esso operati, traevano gran folla alla sua tomba. Paolino rinunciò al mondo; le proprie vonvinzioni, e le triste esperienze fatte della vita, lo portarono a dedicarsi al sacerdozio, imperocchè accusato nientemeno che della uccisione di un suo fratello, non aveva potuto provare la sua innocenza, che grazia all’intercessione del santo suo protettore Felice. Diventato prete, Paolino non tando ad acquistare grande rinomanza per il suo ingegno, e per la sua dottrina nelle scienze ecclesiastiche, mentre la santità della sua vita gli procurò la venerazione universale. Venne chiamato a suc-