Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/566

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una torre quadrata di gusto bizzarro, rovine di porticati, di bagni, di archi, di cortili, i quali devono aver fatto parte di una specie di castello cinto di mura, e da questo è agevole farsi un’idea delle grandi ricchezze, che dovevano avere accumulato un tempo le famiglie distinte di Ravello.

Se non chè, in tutte le città impoverite del regno di Napoli, quelle reliquie di tempi migliori fanno prova della triste decadenza di quelle contrade. Due volte furono in fiore questo regioni, predilette dalla natura; la prima nell’antichità grega, come ne fanno fede le rovine di Pesto, la seconda durante le republiche del medio evo, allorquando Napoli, Gaeta, Amalfi, Sorrento, coprivano i mari delle loro flotte, ben molti anni prima che lo spirito republicano, avanzo degli ordinamenti politici greci e romani, risorgesse nell’Italia, settentrionale, e desse origine alle republiche di Pisa, di Genova e di Venezia. Nella prima epoca furono i Romani quelli che spensero il fiore della civiltà nell’Italia meridionale; nella seconda epoca, cominciò a venir meno sotto la signoria dei Normanni, e quindi poco a poco si vennero quelle contrade riducendo alla misera condizione in cui si trovano attualmente. Manca tuttora una buona storia di quelle republiche dell’Italia meridionale dal secolo VII, ai tempi di re Ruggero di Sicilia, e gli archivi di Napoli potrebbero fornirne tutti gli elementi, ma dessi sono chiusi, ed impenetrabili, più della sfinge egiziaca.

Vidi intanto, mentre mi trovavo nei giardini del palazzo Ruffoli, un meraviglioso fenomeno di luce in mare. Il sole stava per tramontare, ed i monti di Pesto e di Salerno, cominciavano ad oscurarsi, assumendo una tinta dolce di verde cupo, mentre sopra Pesto stava un’ampia nuvola bianca, la quale non tardò a tingersi in rosso ardente. Si sarebbe detto divampasse in cielo un immenso incendio, la cui luce si proietasse in mare, sembrando fosse in fiamme tutto quanto il golfo di Salerno; poco a poco il mare assunse prima color d’oro, quindi verde pal-