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Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/575

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la minacciavano la guerra con i Greci delle Calabrie e di Bizanzio, era travagliata all’interno dalle fazioni, e la posero più di una volta in pericolo le ribellioni delle città siciliane, Siracusa, Agrigento, Imera, Lentini, Taormina. Fintantochè durò la dominazione degli Aglabiti di Kairewan, l’isola fu governata dai loro Valì, ma allorquando in principio del secolo X successero a quella dinastia i Fatimidi ed il califato di Tunisi venne riunito a quello di Egitto, la Sicilia pure diventò provincia egiziana, ma ciò non avvenne senza sanguinosa lotta fra i dominatori antichi e novelli della bell’isola.

La signoria dei Fatimidi segna l’epoca più felice della dominazione araba in Sicilia. L’isola venne innalzata alla dignità di emirato proprio, ed indipendente dall’Egitto, di cui Palermo era la capitale. Hassan-ben-Alì fu il primo emiro dei Fatimidi nel 948; e nel 969 diventò ereditario nella sua stirpe l’emirato di Sicilia. La saviezza di Hassan non fu meno apprezzata, della sua energia; desso seppe domare i partiti, assicurare la tranquillità dell’isola, e non solo regnava in quella, ma incuteva timore eziandio alle Calabrie ed all’Italia, non eccettuato Roma. Invano tentò una spedizione contro di lui l’imperatore greco Costantino Porfirogineta; il suo esercito fu sconfitto, la sua flotta venne distrutta. Anche Abul-Kasem-Alì, successore di Hassan, recò molestia all’Italia con continue scorrerie, e poco mancò cadesse nelle sue mani lo stesso imperatore Ottone II. Intanto l’abbondate bottino che gli Arabi portavano di continuo a Palermo, rendeva ricca la città; novelle schiere di Mussulmani venivano di continuo dall’Africa a popolare l’isola, la quale cominciò a fiorire come la Spagna sotto la dominazione dei Mori.

Furono parimente felici i regni di Jussuf dal 990 al 998, quello di Giaffar in principio del secolo XI e quello di Al-Achals suo successore. Durò circa ottant’anni questa condizione regolare di cose, in fino a tanto che i torbidi di Africa si estesero pure alta Sicilia, riducendosi in fine alla divisione del governo in piccole signorie delle varie