Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/591

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trovano adoperate contemporaneamente nei diplomi, i quali nei primi tempi dei Normanni sono per lo più in lingua greca, colla traduzione araba.

Caduta Palermo, si procedette alla divisione dell’isola. Roberto Guiscardo prese per sè la capitale, e la metà dell’isola; Ruggero ebbe l’altra metà; il prode loro nipote Serlo ottenne grandi baronie, e Tancredi, altro nipote, fu fatto conte di Siracusa. Roberto prese il titolo di duca di Sicilia, Ruggero quello di conte, e vennero eretti ricchi vescovati, e signorie feudali. Se non che l’isola non era tutta soggiogata. Siracusa non si arrese che nel 1088, Agrigento nel 1094, più tardi Castro Giovanni, e per ultimo, Noto e Butera.

Rimasero in tali condizioni di governo i ducati delle Puglie, e di Sicilia, fino al 1127 in cui si estinse il ramo di Roberto Guiscardo, ed il figliuolo di Ruggero ereditò pure gli stati al di là del Faro. Fu questi Ruggero II, il principe più illustre della stirpe normanna. Il valoroso suo padre che aveva conquistata la Sicilia era morto nel 1011 e dopo che suo figliuolo maggiore, Simone, gli succedette per cinque anni, salì al trono Ruggero in età tuttora minorenne, sotto la tutela di sua madre Adelasia, e dell’ammiraglio Giorgio Antiocheno. Ruggero, nel quale trovavansi riunite in sommo grado tutte le doti pregevoli che si richieggono in un fondatore di dinastia, sollevò il regno normanno a grande splendore. Nel 1127 ereditò il ducato delle Puglie, la quale cosa spaventò il Papa, l’imperatore tedesco e quello bizantino, ma Ruggero combattè con fortuna contro tutti e tre, ed inoltre contro i principi di Salerno, di Capua, di Napoli, di Avellino, ed altri; costrinse il Papa a concedergli l’investitura delle Puglie, e per ultimo si cinse il capo della corona reale. Non potè però ciò fare senza l’assenso del parlamento, dei baroni e dell’alto clero, imperocchè seguendo l’uso dei conquistatori normanni, nel creare una nobiltà novella aveva stabilita una certa forma di costituzione aristocratica. Il parlamento, convocato a Salerno, decretò al principe la corona reale