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Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/617

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difficile trovare negli ordini architettonici due cose più dissimili. Ivi si comprende, come infinite siano le forme del bello, come la poesia possa rivestire tutti i caratteri che si stendono fra la sublimità della tragedia, e l’ingenuità della favola.

Meritano poi la più grande attenzione i capitelli di tutte quelle colonnette. Anche in questi, fu presa per legge unica la varietà, imperocchè non solo non havvi uno di quei capitelli, che sia simile ad un altro, ma si direbbe che gli scultori abbiano voluto gareggiare colla natura, nel riprodurre la varietà delle sue forme. Dalle foglie di acanto, le quali disposte in varie guise formano la base dei capitelli, sorgono imagini fantastiche, ora di un fiore, ora di un animale, ora di una pianta, ora di una figura umana, le quali presentano per modo di dire un piccolo poema. In qualche punto scorgonsi vere figure, che a modo di cariatidi sostengono l’abaco; in altri punti si vedono imagini bizzarre di leoni, di cavalli, di delfini, di geni alati, di arpie, di dragoni, di grifoni, di esseri fantastici, le quali balzano fuori dai fiori, e sostengono la tavola che forma l’estremità superiore del capitello. Perecchi di questi rappresentano fatti dell’antico e del nuovo testamento, in modo se non pregevole per disegno, meritevole però di attenzione, per il loro carattere di semplicità, e di ingenuità. Sopra uno dei capitelli si scorge, come già in un mosaico del quale abbiamo fatta parola, il re Guglielmo il quale presenta alla Vergine il disegno del duomo; in un altro si vedono i re Magi, gli uni a cavallo, gli altri a piedi, i quali offrono doni a Gesù Bambino. Vi sono lotte di guerreri, i quali muovono gli uni contro gli altri armati; vi sono pure scene del tiro all’arco, cotanto accetto ai Normanni, come a tutti i popoli del settentrione, per cui si può argomentare che non vi avessero rinunciato, nei paesi meridionali. Trovansi per tal guisa riuniti argomenti sacri, e profani; la bibbia accanto alla storia naturale, ed il complesso del chiostro forma un ciclo di scolture, il quale corrisponde meravigliosamente a quello dei mosaici dell’interno del duomo.