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Arrivammo a sera inoltrata in Alcamo, stanchi di una cavalcata di nove miglia tedesche, colla poco lieta prospettiva di doverne fare dieci l’indomani, undici il terzo giorno, e di bel nuovo dieci il quarto, prima di arrivare ad Agrigento. Alcamo è città pulita e piacevole, di un quindicimila abitanti, con un antico castello saraceno. Non posso dirne altro, se non che in una poverissima locanda fui martoriato per tal modo dalle zanzare tutta quanta la notte, che ne portai per più di venti giorni le cicatrici. Alla sera il capitano delle guardia ci aveva mandato offerire scorta militare per accompagnarci fino e Segesta, che però non accettammo.

Per vedere il rinomato tempio di Segesta, partimmo che splendevano tuttora le stelle, e camminammo per nove miglia in una regione deserte, di monti calcari. Splendeva quando partimmo più di tutti Orione, vera stella siciliana, di cui Messina ha fatto un mito. Avevo ammirato già più di una volta questa stella in Corsica, dove il popolo le ha dato nome di stella dei re Magi, ma non si fu che in Sicilia che la potei contemplare in tutto il suo splendore. I suoi raggi scintillavano come un fuoco di artificio; in tanto sorgeva una brezza mattutina, compariva l’alba, poco a poco si dissipavano le tenebre, si diradavano le nebbie, cominciavano a comparire le forme de’ monti, il mare; le campagne tingevansi in colore purpureo, ed Orione spariva dopo avere brillato durante una notte divina.

Tutto ad un tratto comparve davanti a’ nostri occhi il tempio di Segesta. Eravamo ancora alla distanza di tre miglia, e lo vedevamo sorgere solitario sulla bruna pendice del monte, di dove signoreggiava tutta quella severa contrada, bellissimo di aspetto, e tale da non potersi dire una rovina, sussistendo intero con tutte le sue colonne, e con i suoi due frontoni. La strada che vi porta, specie di sentiero frequentato soltento dai pastori, trovasi fiancheggiata per un buon miglio da piante di aloe, in numero di un buon centinaio per parte, di venti piedi almeno di altezza, le quali formano come un viale per arrivare al tempio.