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Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/647

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La democrazia temperata introdotta da Empedocle in Agrigento, vi si mantenne a lungo; ma i costumi dei cittadini vi si andarono modellando su quelli di Sibari, e di Taranto. Alieni dalla guerra, gli Agrigentini si mantenevano per lo più neutrali nelle lotte, e non vollero prendere parte neppure a quella famosa sorta fra Siracusa, ed Atene. Il lusso era straordinario nella città. Empedocle diceva de’ suoi concittadini, che fabbricavano quasi avessero dovuto vivere eternamente, e che banchettavano come se avessero dovuto morire all’indomani. La splendidezza dei banchetti Agrigentini era nota in tutto il mondo. Da quanto narra Diodoro, dei costumi e del modo di vivere degli Agrigentini, poco tempo prima della distruzione della città, è facile farsi una idea della loro effeminatezza. Dice che regneva in Agrigento una grande abbondanza, imperocchè tutto il territorio era stato riccamente piantato a vigne, ad oliveti, ed il commercio colla Libia vi recava continue ricchezze. Vi erano cavalli magnifici, i quali erano rinomati in tutta quanta la Grecia. S’innalzavano tombe stupende non solo a questi, ma ancora agli uccellini che ragazze e giovanetti tenevano in casa. Allorquando Esaneto fu vincitore nella corsa dei carri, venne accompagnato in trionfo nella città da non meno di trecento carri, tirati da pariglie di cavalli bianchi, tutti di Agrigento. Le ricchezze di alcuni cittadini, come di Antistene e di Gelia, erano propriamente straordinarie. Antistene festeggiò le nozze di sua figliuola, invitando tutti i cittadini; la sposa fu accompagnata da un ottocento carri, e da una folla di cavalieri; alla sera, per cura ed a spese del padre, venne illuminata tutta la città col migliore modo che si poteva a quei tempi. Fece particolarmente coprire tutti gli altari dei tempii, e tutte le strade di legne aride, ed allorquando venne dato il segno da una fiammata in cima alla rocca, si accessero contemporaneamente tutti i fuochi. Si faceva come si poteva meglio; ma si scorge che già fin d’allora i popoli dell’Italia meridionale, i quali oggidì ancora hanno una passione per i