Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/677

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salsa; al punto dove, giusta la favola, Alfeo raggiunse la ninfa fuggitiva.

La migliore reliquia non solo di Ortigia, ma di tutta l’antica Siracusa, si è il tempio di Minerva. L’essere stato in gran parte ridotto a cattedrale, lo ha salvato da totale distruzione. Colpiscono tuttora le ventidue colonne del peristilio, tredici a settentrione, e nove a mezzogiorno, col loro architrave, quantunque miseramente rinchiuse nelle pareti di una chiesa. Sono stupende colonne doriche, con magnifici capitelli, e venti scannellature del diametro di poco meno di otto palmi, e della altezza di trentadue palmi, La forma del tempio era quella di un Hexastylos Peripterus con trentasei colonne, sopra un basamento di tre gradini; era lungo duecento diciotto palmi, e targo ottantasei palmi e mezzo. Dal fatto narrato da Diodoro, che i Geomori di Siracusa avevano confiscati i beni dell’appaltatore della costruzione, Agalocle, per essersi costrutta una bella casa coi migliori materiali, destinati al pubblico edificio si deduce che il tempio di Minerva risale all’epoca di Gelone in cui i Geomori non erano ancora stati scacciati dai plebei. Cicerone fa una bella descrizione del tempio nelle sue Verrine, e dice particolarmente, che nulla si poteva vedere di più bello, della parte di quello. Vi erano preziose sculture in oro ed in avorio, e parlicolarmente una testa bellissima di Medusa. Nell’interno era rappresentata sulle pareti la guerra del re Agatocle contro i Cartaginesi, e vi stavano pure dipinti i ritratti di ventisette re o signori della Sicilia, disposti probabilmente nella stessa guisa in cui si vedono dipinti i ritratti dei papi in S. Paolo, fuori delle mura di Roma. Secondo quanto narra Ateneo, sorgeva in cima al frontone dal tempio una statua in oro di Minerva, la quale era per il suo splendore visibile a distanza in mare, ed era uso che coloro i quali s’imbarcavano nel porto di Siracusa, togliessero dall’altare di Giove Olimpico un vaso di carbone: acceso, e lo tenessero in mano in fino a tanto potessero vedere la statua di Minerva. Marcello risparmiò il tempio,