Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/703

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producono una impressione magica, e tanta e tale si è la splendidezza della vegetazione, che uno si potrebbe credere trasportato sotto il cielo dei tropici. Si vedono svolazzare, o nuotare sulle onde cemtinaia di uccelli acquatici, di colori vari e vivaci. Oltrepassata la via Elorica, l’Anapo si divide in due rami, o per dir meglio mette foce in esso il rivo azzurro e classico Ciane, il quale sgorga dal limpido stagno, di forma circolare, detto la Pisma, Ivi si gettò la ninfa Ciane, secondo la favola, fuggendo davanti a Plutone, allora quando questi portò Proserpina all’inferno, e tosto venne trasformata in azzurra fonte. Ivi venivano ogni anno i Siracusani a festeggiare la memoria di Proserpina, sacrificando a nome del popolo un toro ed una vacca, che venivano precipitati nello stagno. Questo luogo è propriamente meraviglioso, e stando seduto all’ombra delle canne palustri, sul margine, di quelle acque, uno crederebbe sognare, e trovarsi riportato ai tempi fafolosi. Mi fu allora rivelato pienamente il significato delle sculture di quegli antichi sarcofaghi, le quali rappresentano il ratto di Proserpina; mi si presentavano all’imaginazione tutte quelle finzioni graziose del genio greco. Ed in quale splendido modo non ricompensò Cerere la sua ninfa, per le lagrime versate intorno alla sorte di Proserpina! Sulle sponde di questo rivo cresce la pianta rara, la quale produce il papiro. È l’unico punto dove la si trovi in Europa, dal momento che scomparve dalie sponde dell’Oreto presso Palermo. Provai una vera soddisfazione, quando vidi emergere dalle acque cerulee questa figliuola perduta del Nito. Questo bel giunco sorge vagamente dalle acque, all’altezza di circa quindici piedi, graziosamente incurvato, triangolare, liscio, e di un bellissimo verde cupo. Porta in cima una ricca corona di filamenti verdi, fini, sottili, che ricadono quasi una folta capigliatura, alla quale il popolo la dato il nome, per dir vero abbastanza appropriato, di parrucca. La vista di questa pianta peregrina, vera ninfa dell’erudizione, cagiona grata sorpresa a tutti coloro che vengono dalle regioni