Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/90

Da Wikisource.

- 90 -

quando si ritirano le case rimangono inabitabili per l’umidità, e per l’aria appestata. Ed il danno diventa ancora maggiore, perchè cessano il lavoro ed il guadagno; fanno difetto i mezzi di sussistenza, e si accresce la miseria abituale. Mi si fece osservare nel Ghetto il segno dell’altezza raggiunta dalle acque del fiume nella inondazione del 1846; in allora le acque invasero per intiero tutti i piani inferiori. Nello scorso autunno, e nella primavera di questo anno l’inondazione era stata di poca durata, abbastanza però perchè io potessi formarmi una idea precisa dei gravi mali che porta seco. La mortalità deve pure essere stata grande nel Ghetto durante il colera del 1837; però se lo si giudica dal numero delle lapidi mortuarie degli Ebrei, pare non sia stata poi troppo notevole. Queste lapidi di marmo bianco colle loro iscrizioni in lingua ebraica, stanno sole, ed appartate da tutte le altre, in una località classica di Roma, in un angolo del Circo Massimo, dove le circondano erbe selvatiche e dove abbondano i fiori della velenosa cicuta. Imperocchè nella più antica arena di Roma, costrutta fin dai tempi di Tarquinio Prisco, si trova oggidì il cimitero israelitico, denominato volgarmente Orto degli Ebrei. Per tal guisa mutano e cose e tempi!

V.

Non havvi una singolare ironia, nell’ambiente locale dal quale si trovano talora circondati in modo caratteristico e uomini e cose? Ho avuta troppe volte occasione di osservare la sussistenza di questo principio, per non doverlo ammettere. Ed anche l’aspetto dei dintorni di questo Ghetto di Roma, mi parve tale da ispirare una profonda malinconia. Non farò menzione soltanto di quel portico di Ottavia occupato ora dagli Ebrei, il quale sorge cadente in rovina in mezzo al fango, aprendo i neri suoi archi sulla vicina Pescaria, piccolo ed oscuro mercato,