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I.

A messer Benuccio Salimbeni.

     Ben credo più di cento volte avere
Incominciato a crear quel sonetto,
Il qual più volte a bocca a voi ho detto,
E mai non n’ebbi forza, nè potere.

     Bench’io ne do gran colpa al non sapere,
Ma spesse volte, quando son soletto,
A scriver mi son posto a mio diletto,
Ed uno esce da canto, e vuol vedere.

     Perch’io conosco non saper ciò fare,
Da tale impresa son tosto levato,
Perchè quel tale non m’abbia a beffare.

     Ma nell’animo mio mi son turbato,
Che ’l fatto mio non possa a fin recare,
Ma nessun mai a quello ha risguardato,

                                   Perchè tal senno dato
Iddio non ha a’ rustici e villani:
Vedete, sono in tutte cose strani.