Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
98 |
Che ’ncontra Morte andrete almi Guerrieri
Armati ogn’hor de’ vostri figli alteri.
Quai Mitre, quai Corone, e quali honori
Sì degni figli havranno?
Immortali saranno
Nei figli i Genitori,
E rinascer la Madre
Vedrà nel figlio il fortunato Padre.
Havrai di generoso
Ardir Canzone il vanto,
Bench’eguale al desio non s’erga il canto.
SONETTO LXXXIV.
In me d’Amor, ma non disciorsi mai;
E se talhor di libertà cantai
Fù per celar il duol, di cui ti godi.
Con le frodi io celai d’amor le frodi,
Ma superarle invan (lassa) tentai.
Hor tù, che del mio mal sì altero vai
Gioisci, che non fia, ch’unquà mi snodi.
Convien, ch’io t’ami (ohime) mentre havrò vita.
Nè fia da me l’amara doglia scossa,
Quand’ancor l’alma fia da me partita;
Perche rinchiuso il corpo in poca fossa
Seco starà sì la mia fiamma unita,
Ch’arderan per le tue le mie fredd’ossa.
SONETTO LXXXV.
Il mio Sposo, che seco il mio cor tiene,
Che fatte invidiose del mio bene
Lo ritengono à me le rive d’Arno;
Ond’io |