Pagina:Rime (Andreini).djvu/19

Da Wikisource.

7

     O del mio core spene
     Dunque sopisci tù l’aspre mie pene.
Già gli Animai pur tutti
     Questi si stanno e le noiose cure
     Poste in oblìo si posan nel tuo seno;
     Io trà sospiri; e lutti
     Ne i freddi horrori, e ’nfrà le larve oscure
     Onde l’aer’ è pieno
     Ardo infelice; e già la notte è scorsa
     Oltre ’l meridian termino, e l’orsa
     Sparisce à rai del Sole,
     Nè de l’aspro mio duolo ancor ti duole.
Ahi solo aperti al pianto
     Staranno gli occhi miei mentre à viventi
     Chiuderalli dolcissima quiete?
     Sonno deh perche tanto
     Tardi à recar conforto à miei tormenti?
     Per me l’onda di Lete
     E secca dunque? ò Sonno à le mie doglie
     Pon fine homai, se la tua bella moglie
     Con dolcissime tempre
     Nel foco del tu’ amore avampi sempre
Gradito ozio de l’alme
     S’à le mie voglie ti dimostri amico.
     Ti prometto l’augel nunzio del giorno
     Sacrar con queste palme.
     A te solo fia dato un’antro antico
     D’edera cinto intorno,
     Ove prender potrai dolce riposo.
     Di papavero grato, e sonnacchioso
     Havrai corona vaga;
     Dunque col tuo venir mia mente appaga.


A     4          Deh