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SONETTO CLIX.


C
On lagrime di sangue, e con sospiri

Di foco trassi la mia stanca vita
     Per aspro calle un tempo; e ’nvano aìta,
     Invan chiesi pietà de’ miei martiri.
Pur si cangiàro al fin gli empi desiri
     Del cor nemici la mortal ferita
     Saldò Ragione; ond’hor veggio pentita
     Gli andati errori ovunque gli occhi i’ giri.
Saggia hor seguo il mio ben, poich’io ti fuggo
     Mostro infernal; son di me stessa amica
     Fatta nemica al tuo spietato inganno.
Hor non vivo morendo, hor non mi struggo,
     Nel gielo altrui: spenta è la fiamma antica;
     E me stess’amo hor, ch’odio Amor tiranno.


SONETTO CLX.


I
Ndarno giri i lusinghieri sguardi

Soàvi ad arte invan predarmi tenti.
     Più non sarà, che i simulati accenti
     M’empiano il sen d’avelenati dardi.
Giungono al core intempestivi, e tardi
     Anima mentitrice i tuoi lamenti.
     Rivolgi altrove pur tuoi preghi ardenti
     Ch’io sò, che ’n me già non sospiri, ed ardi.
Troppo de le tue frodi il cor s’avede
     Però fugge de gli occhi il crudo raggio
     Da cui la morte sua solo deriva.
Tal chi percote in dura selce il piede
     Quand’ei cieco non sia, poscia la schiva;
     Che l’andate sventure altrui fan saggio.


SO-