Pagina:Rime (Andreini).djvu/284

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     E voglio odiar odiato.
     Piangerò per chi ride
     Lasso del pianto mio?
     Morirò per chi vive
     De l’acerba mia morte?
     Nò nò sciocco sarei.
     Poiche Nisa crudel mai non cangiasti
     Pensiero, io cangio vita.
     Di me stesso pietade, e del mio Gregge
     Amor di me, di lui
     Sol m’infiammino il petto.
     Nisa io ti lascio, à dio,
     A dio d’un lungo, e d’un’eterno à dio.


MIRTILLO EGLOGA VIII.


Argomento.


Mirtillo dotto Pastore affermando tutto il bene, & ogni cosa creata haver il suo principio, e la sua convenienza da Amore, conchiude la cagione del suo innamorarsi esser conforme all’universale; e ’n se medesimo haver prodotto senno, e virtù.


Mirtillo Pastore.


M
Entre correr vedea

D’argento i chiari fiumi,
     Rider i prati, e verdeggiar i boschi,
     E per gli aperti campi i capri snelli
     Fuggir veloci, e presti,
     E i lascivi capretti
     Saltellar, e cozzar Montoni, e Tori,


E mentre