Pagina:Rime (Andreini).djvu/286

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     Con l’oscuro facea
     De le tenebre eterna aspra tenzone:
     Tù di bella pietade acceso il core,
     Perche al fin l’infinita
     Discordia havesse il desiato fine
     Del tuo Fattor gentile
     L’alta mente accendesti,
     Ond’in un punto ei diede
     Forma, e sembianza à disformata massa.
Così la Terra, che pur dianzi errava
     Mobile senza boschi,
     Senz’herba, senza monti,
     Senza caverne, grotte, piani; e valli
     Fermò stabile il piede, e di smeraldo
     Hebbe la gonna, e lieta
     La vide ornar di fiori;
     Indi nascer foreste, e piani, e monti,
     E nel suo sen le biade ondeggiar vide;
     E de le care sue gradite piante
     Gravi dal troppo peso
     Incurvarsi i bei rami;
     E quel, che più le piacque
     Ella divenne albergo
     Di vari innumerabili animali;
     Che ’n lor voci d’amore
     Lodavan sempre Amore.
     Indi l’huom’ al governo
     D’ogn’altra creatura inferiore,
     L’huom, ch’è terreno Dio,
     Animale celeste,
     Nunzio de gli alti Dei,
     Famigliar de le stelle,


E mi-