Pagina:Rime (Andreini).djvu/300

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Quel pensier, che non hà per sostenersi
Nè conforto, nè speme.
Salute, e speme è sol de gli infelici
Il non haver giamai speme, ò salute.
Fugace Galatea
La morte, ch’è ’l peggior di tutti i mali
Hoggi da me si brama
Per terminar le mie noiose pene.
E fia dolce il morire
Se amaro fù ’l languire;
Hor se bevesti di questi occhi il pianto
Per tuo maggior contento
Beva ancor questo ferro il sangue mio.
Questa l’ultima prova
Sarà del cor, che disprezzato sprezza
Desio di vita, questo
Sarà l’ultimo giorno,
Che ’l tuo fido Pastor cruda ti chiami.
Godi Ninfa crudele,
Poich’un sol colpo è quello,
Che toglie à te la noia, à me ’l dolore.
Flori.Ohime corriamo tosto.
Gala.Ohime, ch’egli è ferito.
Ma s’à tempo non fui
Di salvargli la vita
Ben sarò à tempo di morir con lui.
Flori. Fermati Alcon. non basta
A spogliarti di vita,
Questa mortal ferita?
Alc.Deh lascia Ninfa, ch’io raddoppi il colpo,
Nè creder, che ’l mio petto il ferro tema;
Che avezzo à le ferite
Le ferite non cura.


Se di