Pagina:Rime (Andreini).djvu/41

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O quai rate, ed eccelse grazie io spero
     Dal mio leggiadro, e glorioso foco,
     Che dolcemente m’arde, e non m’ancide.
Vedrò in virtù di questo incendio altero
     Deificarmi qual novello Alcide,
     Ed haver trà le stelle un giorno loco.



ALLA SEREN. LEONORA
MEDICI GONZAGA
Duchessa di Mantova, &c.


SONETTO XXX.

 

D
I magnanime stille i crini aspersi

Cerchi spirto gentil le amate rive
     Di Pindo, perche ’n lui le sacre Dive
     Spirino gloriosi eterni versi;
Che perche Apollo in me sue grazie versi
     Basta, che à le virtuti altere, e dive
     Da cui vien, ch’ogni bene in me derive
     Gli spirti i’ volga, che già vostri fersi.
Basta affisarmi in voi perche m’affide
     Nobil pensier, ch’anco à le stelle ardita
     Spiegherò (mercè vostra) un giorno i vanni.
Spero per voi Leonora eterna vita;
     Che s’al mio stil la bontà vostra arride
     Non fia mai, che ’l saetti ingiuria d’anni.



Alla