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Frena, frena
     Lingua piena
     Di piacer la tua dolcezza:
     Sai l’Aurora
     S’innamora,
     Ed è scaltra à’ furti avezza;
Ma vaneggio
     Me n’aveggio
     Belle Ninfe ella non toglie.
     Ah pur Giove
     Non ritrove
     Forma nova, e me ne spoglie.


All’Illustriss. & Eccellentiss. Sig.

IACOPO BUONCOMPAGNO

Duca di Sora, &c.


SONETTO LXVIII.


D
I vago Fiumicel le placid’onde

(Benche inesperta) io pur solcar saprei,
     Ma del vasto Oceàn l’acque profonde
     A gran pena col guardo i’ sosterrei.
Così le Muse al desir mio seconde
     Forse ad impresa humile haver potrei;
     A questa nò, che ’l suo valor confonde
     Per soverchia grandezza i sensi miei.
S’io vincessi così d’ogn’altro il canto,
     Come tù vinci Heroe d’ogn’altro i pregi,
     Ardita spiegherei quel, c’hor non oso.
Quei, che più illustre hà de la cetra il vanto.
     Regga l’incarco pur de’ tuoi gran fregi
     De la Sposa di Dio Campion famoso.


Alla