Pagina:Rime (Cavalcanti).djvu/146

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a Guido Orlandi.


Di vil matera mi conven parlare,
     perdere rime sillabe e sonetto
     sì, ch’a me stesso giuro ed imprometto
     a tal voler per modo legge dare.

Perchè sacciate balestra legare
     e coglier con isquadra archile in tetto
     e certe fiate aggiate Ovidio letto
     e trar quadrelli e false rime usare,

non po’ venire per la vostra mente,
     là dove insegna amor sottile e piano,
     di sua manera dire e di su’ stato.

Già non è cosa che si porti in mano:
     qual che voi siate, egli è d’un’altra gente:
     sol al parlar si vede chi v’è stato.

Già non vi toccò lo sonetto primo:
     amore à fabbricato ciò ch’io limo.

Unico Va.