Pagina:Rime (Cavalcanti).djvu/186

Da Wikisource.

— 172 —

     Poi che mi vider così sbigottito
     disse l’una che rise:
     — guarda come conquise
     20forza d’amor costui. —

L’altra, pietosa, piena di mercede,
     fatta di gioco in figura d’amore,
     disse: — ’l tuo colpo, che nel cor si vede,
     24fu tratto d’occhi di troppo valore
     che dentro vi lasciaro uno splendore
     ch’i’ no ’l posso mirare.
     Dimmi se ricordare
     28di quelli occhi ti poi. —

A la dura questione e paurosa,
     la qual mi fece questa foresetta,
     i’ dissi: — e’ mi ricorda che ’n Tolosa
     32donna m’apparve accordellata istretta,
     la quale amor chiamava la Mandetta.
     Giunse sì presta e forte
     che ’n fin dentro a la morte
     36mi colpir li occhi suoi. —

Molto cortesemente mi rispose
     quella, che di me prima aveva riso:
     disse: — la donna, che nel cor ti pose
     40co’ la forza d’amor tutto ’l suo viso,
     dentro per li occhi ti mirò si fiso
     ch’amor fece apparire.
     Se t’è grave ’l soffrire
     44raccomàndati a lui. —

Vanne a Tolosa, ballatetta mia,
     ed entra quetamente a la Dorata.
     Ed ivi chiama che, per cortesia
     48d’alcuna bella donna, sia menata
     dinanzi a quella, di cui t’ò pregata’;
     e, s’ella ti riceve,
     dilli con voce leve:
     52— per merzè vegno a voi. —