Pagina:Rime (Cavalcanti).djvu/207

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nei quali non è ancor stabilito il carattere speciale dell'anima dell'amoroso e della donna, mentre la ballata sembrerebbe la prima timida dichiarazione. Qui però non deve essersi arrestato quest' amore, che fu forse il più forte del nostro poeta.

Già nella ballata si mostrava una speranza, onde il poeta gaiamente cantava. E gaiamente forse apparvero primieramente a Guido la donna e l'amore di lei, cui ben s'addiceva il gaio nome di Primavera. Forse questa gaia donna cominciò a guardarlo severamente, come egli quasi prevedeva nella ballata: così il sonetto:


Io vidi li occhi dove amor si mise.....


Ella aveva guardato li folli occhi che rivelavano amore ed aveva riso: poi forse se ne corrucciò, onde un doloroso presentimento strinse l'animo del poeta.


Son: Li miei folli occhi che prima guardaro.....


La bellezza superba di Giovanna è espressa anche nella ballata:


Io vidi donne co' la donna mia.....


e queste due ballate, specie la prima, hanno un tipo metrico diverso da quello che acquisteranno più tardi le ballate meravigliose di Guido. Il momento tragico pare intanto si avvicini. Da quali rime è espresso questo dolore ?

Non si sa chiaramente; certo da alcune di quelle che sono costretto a porre fra le rime d' epoca incerta. Ma perchè Giovanna fu certo di grande bellezza, come Dante attesta, e questa bellezza si rispecchia nella Canzone:


Io non pensava che lo cor giamai.....


in cui « i libri d'amore » ricordano la giovinezza ancor prossima, io pongo fra le rime per Giovanna anche la canzone.

A gli ultimi tempi riporto con l' Ercole le ballate:


La forte e nova mia disaventura....
Poi ch' io non spero di tornar giamai....


mentre l parallelo evidente della conseguenza delle ballate:


Poi che di doglia cor conven ch' i' porti....
Se m' à del tutto obliato merzede....


con il trattato di ben servire, mi fa ricondurle a l' amore di Giovanna, non al primo della giovinezza, per l' espressione amorosa che vi è tanto diversa. Per