Pagina:Rime (Cavalcanti).djvu/213

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APPENDICE



Ripeto i dodici sonetti adespoti dati da M’a, M’b, dei quali fu data una stampa scorretta da l'Arnone:


I.

Così m’aviene, Donna mia valente,
     come all’orbo che sogna vedere:
     mentre che sogna sta allegro e godente,
     4e poi si sveglia e tornagli martire.

E questa pena avien a me sovente
     che’n fra le braccia me’ vi posso avere:
     poi mi risveglio e non trovo niente:
     8da tale vita mai non voria partere.

Ch’io veggio che lo sonno è traditore;
     così mi fura e non sento niente,
     11così m’aggiunge con Madonna mia,

così mi face come lo ladrone
     e fami star in pace ed in tormento:
     14se m’alcidesse gran mercè faria.