Pagina:Rime (Cavalcanti).djvu/218

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X.

Ormai ben veggio che lo mio solacelo
     certo, Madonna, è sol di voi vedere:
     et voi non vedendo i’ mi disfaccio
     sì ch’altra cosa non mi può valere

Et la dolorosa pena ch’io faccio
     aggio gran tema non vi sia spiacere:
     però la voglia mia non vi taccio
     sperando che cangiate lo volere

     Mestier è ch’io m’allegri alle fiate
     e mi conforte di vostra veduta,
     poi che non sia di vostra volontate

Ond’io m’allegro di vostra venuta,
     poi ch’aggio vista la vostra beltate,
     che’l mio conforto in gran ben rimuta


XI.

Mio intendimento è posto tanto altero
     che nessun mi si puode appareggiare
     che sia terreno: secondo ch’io spero,
     ben aggia’l giorno ch’io prisi ad amare

Sì gentil cosa non è ’l specchio chero
     ove mia dombra possa assimigliare:
     guardando in esso divegno mainerò
     ed aggio a schifo chi mi vuol pigliare

Prender mi lascio come ’l tigre face
     al caceiator: non si sente colpire,
     tanto rimira lo specchio verace

E sono ’l cirro del qual odito ho dire
     che’l ditto della gente porta in pace
     che non poria tanta gente schernire