Pagina:Rime (Cavalcanti).djvu/44

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leggiera, egli si rifiuta. E così la serie dei sonetti continua a forma di trattato o di dialogo, fra i rimproveri di Amore e le scuse del poeta, fra le distinzioni sottili della menzogna, con qualche sparsa simiglianza a le rime più accertate di Guido1. Negli ultimi sonetti però pare vi sia un accenno ad un che di nuovo avvenuto nell’anima e nella vita del poeta. Egli ritorna a la gioia (son. LIII) e ringrazia per questo la «donna amorosa più d’altra gentile»; indi al son. LVII:

. . . . ringrazio i vostr’atti cortesi
che m’ànno tratto de lo rio pensero,
nel quale i’ dimorava in tale guisa
ch’era di viver tutto risaziato.

che è chiara allusione ai sonetti precedenti. Si tratta d’un amore novello? I vari nomi dati2 a la donna dianzi cantata non sembrano corrispondenti a questo nome nuovo di «donna amorosa» ed anche si osserva, che il sonetto che lo contiene è seguito da un pensiero di vendetta dell’amore, quando non gli si rimane fedeli, e quindi tutti i sonetti sono dedicati ad amore. Il poeta attende e spera: poi d’un tratto il filo della narrazione si tronca ed abbiamo il sonetto di commiato. A me pare di sentire in quest’ultima parte l’eco di un fatto, più forte che tutti i precedenti, per cui amore tiene il poeta; e noi potremmo credere che, se il trattato è di Guido, qui si accenni al primo nascere dell’amore per Giovanna, dal quale scenderanno quindi tante rime nove e più perfette.

I sonetti del trattato hanno quattro sistemi di rime:

a b b a — a b b a — c d e — e d c.
a b a b — a b a b — c d c — d c d.
a b b a — a b b a — c d c — c d c.
a b a b — a b a b — c d c — c d c.

in questa proporzione: 46 del primo, 11 del secondo, 3 del terzo ed uno del quarto. Confrontando l’ordine delle rime dato da i sonetti generalmente attribuiti al Cavalcanti, troviamo che ben dodici di essi hanno lo schema primo e stanno per la maggior parte tra le rime probabilmente non appartenenti a l’ultima età di Guido: mentre questa forma non si ritrova che in soli 7 sonetti della Vita Nova ed in un paio di sonetti staccati di Dante, in 6 di Cino, in uno di Onesto ed in uno di Dino Frescobaldi.

  1. Per es.: . . . ma chi è quei che può far contr’amore? (son. XLVIII).

    Ballata:       chè solo amor mi sforza
                          contro cui non val forza nè misura.

  2. Nobil pulzella (XIX) - Gentil mia donna, donna sovrana, madonna (XXI) - Pure: - gentil mia donna - è detta la donna intermediaria e «dolce donna mia» - Nobile pulzeletta (XXVI) - Gientil pulzella (XXVII).