27Come costei; benchè tigre sia fera
Crudele assai più che null’altra fera,
Chè almen nel dolce tempo della vita 30Ei dipon giù la crudeltà di fera,
Accompagnando se con simil fera;
E va gioiendo in naturale Amore, 33Rendendo le sue forze tutte a Amore.
Ma questa sta crudel più ch’altra fera,
Ed in cambio di cor sì veste un marmo, 36Che fa venire altrui tutto di marmo.
Or bench’i’ abbia il cor già duro marmo,
Pur v’è rimaso un spirto, ch’esta fera 39Per mia più pena non ha fatto marmo,
Che sente i colpi di lei, freddo marmo,
Che mi vanno sfidando sempre a morte. 42Or pur foss’ei ch’io divenissi marmo,
E non sentissi se non come un marmo
Il travagliar di questa acerba vita, 45Dove morte sarebbe me’ che vita.
Tanta è la gran durezza d’esto marmo
Che mai mio pianto l’addolcisce, Amore, 48E tuoi dorati strali spunta, Amore.
Di te trionfa questa cruda, Amore,
Che suogli umilïar ciascuna fera, 51Perchè in niun tempo la riscaldi, Amore.
Dov’è dunque la tua possanza, Amore,
Con che mi fa questa Medusa marmo? 54Perduta l’hai, poichè al tuo servo, Amore,
Non val la fe ch’a lui imponesti, Amore,
Che osservassi a chi di morte in morte 57Lo va lungando nell’ultima morte.