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Pagina:Rime di Argia Sbolenfi.djvu/94

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60 rime di


Il gaudio della vita in cor mi scese
E nuovo e forte palpitò il desìo
18Nel petto ansante e nelle vene accese.

Ma tu, sorpreso del delirio mio,
     Mi chiedevi talor — figlia, che hai?
     21Aprimi il core: il padre tuo son io! —

T’amo, Pietro Sbolenfi, e ben lo sai,
     Tanto, che al dolce suon dei detti onesti
     24Non te lo apersi, ma lo spalancai.

Mo tananòn Mingheina!— allor dicesti —
     Costei già sogna il matrimonio e i figli!
     27È tempo di vegliarla e di star desti. —

Mi sciorinasti allor cento consigli
     Di virtù, di morale e di prudenza
     30Per agguerrirmi il cor contro ai perigli.

— Cara figlia — dicevi — abbi pazienza,
     Sceglilo ricco e sceglilo maturo,
     33Che pigliarlo in bolletta è un’imprudenza.

Cerca, se puoi, di metterti al sicuro!
     Guarda tuo padre e resta persuasa
     36Come il campar senza quattrini è duro.