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Pagina:Ritratto delle più nobili et famose città d'Italia.djvu/12

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citta

gnoria di Francesco Sforza che fu Duca di Milano, & poi la hebbe Lodovico Moro che la consegnò ad Isabella già moglie del Duca Gian Galeazzo, la quale la lasciò poi con tutto il suo Ducato a Bona sua figliuola che fu Regina di Polonia. Dopo laquale è ricaduta nel presente Re Filippo. Il suo teritorio è molto fertile di grano, di vino, d’olio, di mandole, & di bambagio, intanto che è maraviglia, cosi abbonda ella d’ogni cosa necessaria per il vitto humano. Vi sono le infrascritte famiglie, Affatati, D’Alisio, Arcamoni, Carducci che sono anco in Fiorenza, Carrettoni che sono in Trento, Cari, Dottola, Fanelli, Filippucci, Geronda, Lamberti, Lampognani, Marsili, Massimi, Palombi, Pascalini, Rossi, Tarvisani, & Treschi. Hanno havuto diversi huomini letterati, fra quali le diede gran nome Mariano, huomo molto eccellente & famoso.


BISIGNANO.


Questa città è posta nella Calabria fra terra. Ella è situata sopra un colle con sette faccie, & nel mezzo vi è una fortissima rocca. Il suo territorio è bello & fruttifero, & molto accommodato per il vivere humano. Ella ha titolo di Principato, percioche i principati del Regno sonno dieci, cioè il Principe d’Ascoli, di Evoli, di Melfi, di Malfetta, di Monte Ercole, di Squillaci, di Stigliano, di Sulmona di Venosa, & di Bisignano. Al presente il Principe di Bisignano Sanseverino è apparentato col Duca di Urbino.


BENEVENTO.


Città chiamata da gli antichi Maleventum è posta fra gli Arpini, altri dicono fra Sanniti. Ella fu disfatta da Totila Re de Gothi, ma rifatta poi da Longobardi che tennero tutta l’Italia, & la fecero Ducato, percioche essi ordinarono il governo d’Italia in 4 ducati, cioè Turino, Spoleto, Frioli, e Benevento. Rovinata poi la Signoria de Longobardi da Carlo Magno, & passati i Saracini in Italia saccheggiando, & rovinando per tutto, presero Benevento, & lo distrussero fino in terra. Scacciati poi i Saracini d’Italia, i cittadini dispersi in diversi luoghi cominciarono a rifar la loro città. Fu parimente preso da Ottone Secondo che lo disfece, & ne portò via l’ossa di S. Bartolomeo. Ma signoreggiando Guglielmo Normanno la restaurò & la diede a Papa Adriano Quarto. Federigo Secondo lo rovinò di nuovo ne si sa poi chi lo habbia rifatto. Essa città è in colle, & scopre una bellissima pianura piena di diversi ruscelli d’acque, & è lontanata Napoli trenta mi-