Pagina:Rivista d'Italia, Anno VI, Fasc. VI.djvu/46

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IL PASSO1

(NOVELLA)

Il convoglio si mosse: Giovanna lo accompagnò alcuni secondi, diede un’ultima stretta di mano a suo marito che partiva, seguì con lo sguardo il vagone di terza classe finchè fu scomparso in una svolta, poi, uscendo rapidamente dalla piccola stazione, riprese la via del paesuccio di montagna dove abitava. Era lunga e faticosa quella via, ma ella s’era risolta di farla a piedi perchè il carro sul quale era stata condotta la sdruscita valigia dell’emigrante andava adagio e la diligenza costava troppi quattrini. Il paesaggio, nell’ora mattutina, era tutto velato di foschi vapori autunnali: la borgata vi scomparve coi suoi due campanili, come una nave che affondasse nel mare.

Giovanna cominciò a salire verso i monti. I suoi grandi occhi intelligenti e dolci, d’un colore vago fra l’azzurro e il verde adesso non davano più lagrime; un senso di ristoro, di quiete improvvisa le era sceso, dopo le angustie del distacco, nel cuore esulcerato.

Ella camminava senza fermarsi, col passo cadenzato degli alpigiani, anelando all’umile casa ove, sotto la custodia d’una vicina compiacente, l’aspettavano due figlioletti, ove l’aspettava forse quella pace che in cinque anni di matrimonio non aveva conosciuta mai.

S’era sposata giovanissima, senz’amore, senza saperne il perchè. Era orfana e sola e nella sua piccola anima perdurava l’amarezza d’un affetto non corrisposto che le rendeva indifferenti tutte le altre cose. Forse aveva sperato trovare, se non l’interno!

  1. Passo (nel dialetto trentino) passaporto.